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CENTRO PIACENTINIANO – CONCORSO EUROPEO

Riqualificazione di spazi aperti pubblici in contesto storico

 

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CONCORSO EUROPEO PER LA RIQUALIFICAZIONE DEL CENTRO PIACENTINIANO DI BERGAMO – 1° PREMIO

Il concorso per la riqualificazione del Centro Piacentiniano è stato bandito dall’Amministrazione Comunale di Bergamo in data 05.05.2017. Si è trattato di un concorso europeo in due fasi che ha visto complessivamente la partecipazione alla 1° fase di 22 progetti tra i quali ne sono stati selezionati 5 per la partecipazione alla 2° fase.
La vittoria dell’ATI (Associazione Temporanea d’Impresa) FLANERIE è stata decretata in data 02/02/2018.
L’Ati è così composta : arch. Luigino Pirola (mandatario), arch. Elena Franchioni , arch. Gianluca Gelmini, ing. Carlo Peretti, arch. Maria Claudia (Mariola) Peretti, arch. Simone Zenoni.
Hanno collaborato: Andrea Pressiani, Maria Chiello, Livio Mazzoleni, Roberto Corradin, Aurora Fleres, Irene Ricciardi, Marta Micheletti.

Quello che attualmente, con qualche approssimazione nominale, chiamiamo ‘Centro Piacentiniano’ è il risultato di un processo che inizia nei quattro decenni di fine Ottocento che precedono l’arrivo nel 1906/07 di Marcello Piacentini sulla scena architettonica della città: è un processo che verrà portato a compimento nei primi 50 anni del Novecento, con il contributo di numerosi soggetti capaci di mantenere vive, rafforzandole, alcune caratteristiche forti dell’identità del luogo.
Guardando più indietro nel tempo, scopriamo che alcuni dei temi fondativi della forma urbis attuale risalgono a tracciati e segni con radici molto antiche e forse il Centro Piacentiniano ci appare ancora oggi di grande interesse proprio perché ha mantenuto leggibili, pur all’interno di un processo di attualizzazione e trasformazione continua, i tratti peculiari del genius loci .

L’analisi delle diverse fonti storiche che ci raccontano la formazione del Centro Piacentiniano fa emergere un quadro interessante e composito, caratterizzato dalla forte partecipazione di soggetti esterni alle autorità preposte al governo del territorio e in cui l’azione amministrativa si intreccia con l’azione propositiva dei privati, oltre che di una classe professionale locale attenta e reattiva ai temi della città, sui contenuti della quale si innestano, arricchendoli, le idee ‘esterne’ dei partecipanti ai due concorsi nazionali banditi a inizio secolo (1906 e 1907) dall’amministrazione comunale: per molti versi è un quadro estremamente ‘moderno’ che ci consente di utilizzare senza forzatura, un glossario di grande attualità, in cui non stonano parole come ‘partecipazione’, ‘collaborazione tra pubblico e privato’, ‘concorso di progettazione’: possiamo pensare al progetto del Centro Piacentiniano come ad un’estesa operazione di ‘rigenerazione urbana’ a partire dalla trasformazione di un cuore ‘dismesso’ e ‘degradato’ rappresentato dall’antica Fiera.
Soprattutto, ciò che l’analisi storica rende evidente, è l’affermazione di un ‘processo’ esteso temporalmente, allargato e collettivo, capace quindi di ragionare su un sistema all’interno del quale i singoli punti trovano una chiara ragione di essere aldilà delle peculiarità e delle qualità specifiche: a tutt’oggi potremmo concordare col commento del viaggiatore settecentesco J. De La Lande che parlando di Bergamo afferma“ il n’y a rien d’extrémement remarquable en architecture” , ma per contro non potremmo fare a meno di constatare che la qualità dell’insieme è invece notevole e unica.

ENGLISH TEXT

EUROPEAN COMPETITION FOR THE REDEVELOPMENT OF BERGAMO'S PIACENTINIANO CENTRE - 1ST PRIZE
The competition for the redevelopment of the Piacentiniano Centre was announced by the City Council of Bergamo on 05.05.2017. It was a two-phase European competition with a total of 22 projects participating in the 1st phase, from which 5 were selected to participate in the 2nd phase.
The victory of the ATI (Temporary Association of Enterprises) FLANERIE was decreed on 02/02/2018.
The temporary association is composed as follows: arch. Luigino Pirola (agent), arch. Elena Franchioni , arch. Gianluca Gelmini, ing. Carlo Peretti, arch. Maria Claudia (Mariola) Peretti, arch. Simone Zenoni.
Hanno collaborato: Andrea Pressiani, Maria Chiello, Livio Mazzoleni, Roberto Corradin, Aurora Fleres, Irene Ricciardi, Marta Micheletti.

What we currently, with some nominal approximation, call the ‘Piacentinian Centre’ is the result of a process that began in the four decades at the end of the 19th century preceding Marcello Piacentini's arrival on the city's architectural scene in 1906/07: it is a process that was brought to completion in the first 50 years of the 20th century, with the contribution of numerous subjects capable of keeping alive, and reinforcing them, some strong characteristics of the place's identity.
Looking further back in time, we discover that some of the founding themes of today's forma urbis date back to traces and signs with very ancient roots, and perhaps the Piacentini Centre still appears of great interest to us today precisely because it has kept legible, albeit within a process of updating and continuous transformation, the peculiar traits of the genius loci .

The analysis of the various historical sources that tell us of the formation of the Piacentinian Centre reveals an interesting and composite picture, characterised by the strong participation of subjects external to the authorities in charge of governing the territory and in which administrative action is intertwined with the proactive action of private individuals, as well as a local professional class attentive and responsive to the city's themes, on the contents of which are grafted, enriching them, the ‘external’ ideas of the participants in the two national competitions announced at the beginning of the century (1906 and 1907) by the municipal administration: In many ways it is an extremely ‘modern’ framework that allows us to use, without forcing, a highly topical glossary, in which words such as ‘participation’, ‘collaboration between public and private’, ‘design competition’ do not clash: we can think of the Piacentini Centre project as an extensive operation of ‘urban regeneration’ starting from the transformation of a ‘disused’ and ‘degraded’ heart represented by the old Fairgrounds.
Above all, what the historical analysis makes evident is the affirmation of a temporally extended, enlarged and collective ‘process’, capable therefore of reasoning on a system within which the single points find a clear reason for being beyond the peculiarities and specific qualities: to this day we could agree with the comment of the eighteenth-century traveller J. De La Lande who, speaking of Bergamo, affirms ‘il n'y a rien d'extrémement remarquable en architecture’. but on the other hand we could not fail to note that the quality of the whole is instead remarkable and unique.

GLI ELABORATI DE PROGETTO 'FLANERIE' VINCITORE DEL CONCORSO

THE DESIGNS OF THE COMPETITION-WINNING ‘FLANERIE’ PROJECT